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Il cuore di una mamma

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Per festeggiare l'uscita del 10° capitolo, e dei numerosi lettori che hanno letto la mia storia, vi propongo un capitolo del primo incontro di Vanilla e di Simmons.



Questo racconto lo dedico a 'shinichi e ran amore' e ad 'Alesana' che mi hanno sostenuto nel continuare a scrivere la mia storia. Grazie.








Lo incontrai mentre tornavo dal mercato, seduto e immobile nel cimitero. All'inizio non ci feci molto caso, ma poi mi accorsi che ogni giorno lo trovavo sempre li, nella stessa posizione, anche quando pioveva. Un giorno decisi di entrare. Era molto silenzioso e metteva facilmente malinconia, per via delle tombe. Riuscii a vederlo, ma mi misi in disparte, ad osservarlo, nel timore di disturbarlo, temendo per una reazione violenta. Era seduto con le gambe incrociate e indossava un mantello beige scuro col cappuccio, che copriva tutto il viso. Rimasi a fissarlo per molto tempo, forse ore, non ricordo. Poi mi accorsi che affianco a me, a molti metri di distanza, c'era qualcun'altro che stava lì ad osservarlo, proprio come facevo io. Era un grosso gufo con gli occhiali che fumava una pipa e indossava un completo grigio, con un cappello abbinato, e una cravatta rossa. Si appoggiava tramite un badile di grandi dimensioni conficcata leggermente sul terreno. Incuriosita, mi avvicinai a lui



"Salve" mi disse sorridendo



"Buongiorno" gli risposi educatamente



"Buongiorno anche a lei. Potessi dirlo anche per quel povero giovane" le parole di quell'uomo mi lasciarono dei brutti sospetti



"Che cosa gli è successo?"



Il vecchio gufo prese una boccata dalla pipa, prima di rispondermi "Ha perso qualcosa che non potrà MAI riavere" fissai ancora il ragazzo per molto tempo, finché non trovai il coraggio di fare 'quella' domanda



"Da quanto tempo —?"



"Da ben 3 anni" mi interruppe. Quella risposta mi lasciò un tuffo al cuore "Nessuno sa come sia successo. Ma io c'ero, quando lui arrivò indossando lo stesso mantello che ha indosso ora. Arrivò silenzioso, trascinando con se una barella improvvisata con del legname. Non posso dire chi ci fosse lì sopra, perché erano coperti da un lenzuolo bianco"



"Erano?"



"Si. Quando lui entrò al cimitero, provai a fermarlo, perché eravamo chiusi, ma appena mi avvicinai mi assestò un calcio e caddi per terra. Lui non si fermò, almeno fino alla collinetta dove c'è quell'albero di ciliegio. Lo piantai nel fiore della mia gioventù, sperando di rendere il posto più accogliete per i defunti” prese un'altra boccata della pipa ”Si mise a scavare con lo stesso badile che ora io ho tra le mani. Scavò due buche e, dopo averli sepolti, li richiuse cautamente. Da quel giorno, per molti anni, è rimasto sempre vigile sulle loro tombe, come un cane quando vigila sulla tomba del suo padrone. Col tempo mi ci sono affezionato e, se non fosse che ogni giorno gli lascio qualcosa da mangiare, sarebbe morto da tempo"



Quel racconto mi lasciò una tristezza al quale non riuscii a trattenere le lacrime che stavano già percorrendo lungo il mio viso



"Beh, se permettete. Devo tornare al lavoro" il signore si allontanò, come se volesse lasciar solo sia me che il giovane. Lo guardai ancora a lungo, finché non mi accorsi che mi stavo già avvicinando a lui. Con un po’ di coraggio non desistetti e continuai finché non ero a pochi metri di distanza tra me e lui. Lui si girò di scatto, quel tanto che basta da riuscire a vedermi senza espormi il suo viso. Non mi aggredì, non parlò, non emise neanche un sospiro, come se non stesse neanche respirando. E senza dire una parola si rigirò lentamente a contemplare le tombe. Forse era un segno che dovevo rimanere a questa distanza, o forse era un incoraggiamento ad avvicinarmi ulteriormente. Purtroppo si fece tardi. Cream mi stava aspettando



Il giorno dopo tornai al cimitero, portando con me dei fiori dentro il mio cesto che di solito uso per i pic-nic. Non so perché tornai...forse empatia? Forse è il mio cuore che piange per la solitudine che quel ragazzo dovrà sostenere senza le persone a lui care. Una sensazione che provai molte volte quando Cream venne rapita dal malvagio dottore. Ripenso alle notti passate insonnie, aspettando una qualunque notizia del mio tesoro.



Lo trovai ancora nella stessa posizione. Mi avvicinai con calma, finché si girò di scatto verso di me. Mi guardò per pochi secondi, prima di rigirarsi. Questa volta presi coraggio e mi avvicinai con cautela e mi sedetti al suo fianco, ma non troppo vicino. Cominciai a disporre i fiori attorno alle tombe, senza essere interrotta dal ragazzo, neanche quando finii. Passai alcune ore accanto a lui, in silenzio totale, finché non si fece tardi. Stavo per andarmene, quando il giovane mi parlò, anche se non avevo capito in un primo momento. Come se sapesse che io non avevo sentito bene, ripeté quelle stesse parole



"Grazie, Ma'am"







Da quel giorno non lo più rivisto. Se ne andò misteriosamente. Il perché lasciò le tombe in un primo momento fu un mistero per me. Poi vidi i fiori che portai il giorno prima e poi un illuminazione. Il giovane mi aveva ‘scelto’ per vegliare sulle sue tombe. Non so perché lo pensai o perché sono anni che me ne occupo.

Forse è il mio cuore di mamma
Questo one-shot è stato pulicato su EFPfanfic, come capitolo speciale dell'uscita del 10° capitolo. Volevo condividerlo anche con i miei amici di DA, perciò lo pubblicato qui.

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SabryBlacky's avatar
E' bellissimo!! Ma il tipo incappucciato è Simmons??